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Il profumo della storia a Salina
terra di Malvasia, capperi, cielo e mare.
di Giacomo Pilati
Salina al tramonto ha i colori della Malvasia.
Le case bianche sparse sopra tappeti di vigne ricamati da muretti
filettati di capperi, si macchiano d'ambra e trattengono gli ultimi
raggi di sole come topazi gettati sul tavolo verde da un bizzarro
giocatore. Una tregua ai colori accesi dalla luce furiosa del giorno
su fronde, vigne, orti e terra. Col mare che spalma sull'isola una
vernice liquida che dona trasparenza e profondità ad ogni
angolo. Nuance e profumi che la Malvasia concentra nei suoi grappoli
e li fa rivivere nel bicchiere, sintesi straordinaria di un territorio
che si identifica nell'uva fino a calzarne la storia. Difficile
stabilire con esattezza il principio della vite. Il dibattito è
ancora oggi apertissimo fra i sostenitori delle origini greche e
quelli che invece ne attribuiscono la primogenitura ai veneziani.
I testi classici a cui si farebbero risalire le ascendenze elleniche
del vitigno, citano piú volte la Malvasia senza però
accreditarla ad un luogo preciso. E' quella delle Lipari? Non c?è
riscontro, ma nemmeno prova contraria. Storico della Malvasia è
il professore Marcello Saija docente di storia nella facoltà
di scienze politiche dell'università di Messina. Ha dedicato
tutti i suoi studi a ricostruire la storia di questo vitigno.”Mi
dispiace, ma i greci non c'entrano nulla. La Malvasia di cui tanto
parlano i romani non è quella delle Lipari”. Secondo
Saija la vera storia è un'altra, collegata al culto di Santa
Marina che a Salina ha origini nel 1622 con la costruzione di un
piccolo oratorio dedicato alla beata. Le popolazioni veneziane inseguite
dai turchi si rifugiarono su queste isole, portandosi dietro la
devozione per questa icona e le barbatelle della Malvasia. Questa
uva ha regalato a Salina uno splendido XIX secolo: traffici per
mare con mezzo mondo, una flotta di piú di cento velieri,
una popolazione superiore a 9.000 abitanti. La tragedia però
era dietro l'angolo. Nel 1889 la filossera in 18 mesi distrusse
i vigneti. Non sono bastati cinquanta anni per ricominciare. Il
primo a rimettere a posto gli impianti e a commercializzare di nuovo
la Malvasia fu Nino lo Schiavo negli anni '30.
.................................. continua..........................................................................
antonio
7° Lo schiavo di S.Marina