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http://www.archiviostoricoeoliano.it/wiki/salina-e-la-societ%C3%A0-eolia-di-navigazione
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La società della Malvasia
Ma Salina non vive solo per la Società Eolia. A metà
degli anni 30 ha ripreso il commercio della malvasia e se ne spediscono
400 ettolitri. Ben poca cosa rispetto ai 3.700 hl degli anni 80
del precedente secolo, ma comunque un bel risultato se paragonato
ai 50 hl degli anni 20.
L’11 gennaio 1930 era uscita una legge, la n.62, che dava
la possibilità di creare consorzi per la difesa dei vini
tipici. E un paio di mesi dopo si incontrano alla sede dell’
Eolia i principali produttori di malvasia di Salina e Stromboli.
Dopo una scaramuccia sul nome giacchè diversi salinari non
sono convinti di dover mantenere il toponimo Lipari, si decide di
chiamare il prodotto sulle etichette Malvasia delle Lipari.
Il compito di costituire il Consorzio viene dato ad una commissione
interisole che però é troppo ampia ed un anno dopo
non si è ancora riunita una volta. Lo costatano i produttori
di Santa Marina che si sono autoconvocati e decidono di andare avanti
senza perdere altro tempo. Ma le pastoie burocratiche sono notevoli
e passeranno anni per avere il riconoscimento del nome che verrà
sancito nel 1942 con decreto ministeriale del 23 settembre. Nell’immediato
nasce una impresa denominata “Società della Malvasia”,
ad opera di Nino Lo Schiavo, Giuseppe Re e Giuseppe Giuffré
per l’imbottigliamento, l’etichettamento e la commercializzazione
del prodotto. E nel 1939 la società riesce a rilevare dai
produttori 9.600 litri pari a circa il 50% della produzione dell’anno.
Sull’esempio della “Società della Malvasia”
sorgono altre iniziative a Santa Marina e a Malfa con centri di
smistamento a Messina o Napoli.
La vitalità dei commerci stimola anche iniziative nei trasporti
marittimi e nel 1938 il patron Salvatore Cincotta a Malfa mette
in mare un nuovissimo motoveliero, il “San Lorenzo”,
che vuole riproporre l’attività mercantile come avveniva
un tempo.
antonio
7° Lo schiavo di S.Marina